Considerato che ogni lavoro presuppone la creazione di risultati differenti, non esiste un unico metro di valutazione della produttività.
Qualunque sia la tua attività ci si aspetta che tu produca fatturato, ma non crederai davvero che il denaro sia l’unico valore da tenere in considerazione!
Cosa pensi allora del benessere psico-fisico, del tempo libero e delle relazioni che instauri con le persone più importanti della tua vita?
La vera produttività implica una sensazione di gioia e appagamento trasversale, non solo più denaro sul conto corrente.
Ecco perché, per rispondere alla domanda iniziale, dobbiamo partire dalla definizione di produttività che secondo noi la rappresenta al meglio.
L’etimologia della parola si riconduce al termine latino producĕre, che può essere associato a concetti come fecondità, fertilità, fruttuosità e felicità.
Tutte parole che richiamano l’abbondanza ma non espressamente la ricchezza economica. Quella è sia un mezzo che una conseguenza.
Possiamo quindi dire che in generale essere produttivi significa essere realizzati, in grado di vivere nell’abbondanza, capaci di arricchire la propria vita e quella degli altri. Per quanto riguarda il lavoro non c’è differenza, se non che abbiamo creato un parametro di valutazione della capacità di produrre fatturato: il ROIT. Ne parleremo in uno dei prossimi articoli.
Per ora è importante capire che per essere efficace sul lavoro, devi avvicinarti al concetto di produttività con una profondità diversa rispetto a quanto hai fatto finora.
Se guadagnassi ogni mese un numero a cinque o sei cifre ti sentiresti una persona produttiva?
La risposta di molti è senz’altro “Sì”, ma quella più corretta dovrebbe essere “Dipende”.
Da cosa?
Da come va il resto della vita. Sei ricco, ma sei anche felice? Vivi con le persone che ami? Il tuo corpo è una risorsa da cui attingi gioia, energia e nuove idee, oppure ti trascini tra una riunione e l’altra pregando di poterti stendere da qualche parte per chiudere gli occhi due minuti?
Dopo una lunga serie di esperienze personali e professionali, Marco Belzani - ideatore del metodo di lavoro che utilizziamo in Prodability - è riuscito a rispondere a una domanda che lo assillava: come possiamo sapere quando siamo produttivi e quando no?
È stato allora che ha colto l’importanza di mettere un confine temporale. Ci riferiamo al momento presente o a un periodo di tempo che ha un inizio e una fine?
Due approcci differenti per due archi temporali differenti.
Nel primo valutiamo la capacità di essere presenti ed eseguire nel modo migliore l’azione che si è scelto di compiere, dopo aver deciso che era la più importante da fare in quel momento.
Nel secondo facciamo una valutazione di più ampio respiro, prendendo in considerazione il raggiungimento o meno degli obiettivi prefissati.
Volendo dare una definizione di produttività in base a questa specifica visione, ti proponiamo due opzioni.
Produttività di una persona nel presente: quando svolge l’attività più importante, nel modo migliore e nel contesto più idoneo.
Produttività di una persona in un particolare periodo: quando ottiene i risultati prefissati e raggiunge gli obiettivi prioritari.
Per passare dalla teoria alla pratica devi metterti in gioco, ma se fai parte della categoria degli imprenditori o dei liberi professionisti sai già che questo è l’unico modo per ottenere risultati.
Aumentare la produttività sul lavoro è un tema che interessa molti e i motivi principali sono tre. Associati ad altrettante categorie di persone.
Ora che abbiamo delineato tre tipologie di professionisti e di motivazioni per migliorare la produttività ti chiediamo: per prossimità, di quale categoria fai parte?
È un'informazione importante perché ti permette di capire qual è la prima mossa da fare per iniziare a incrementare la tua capacità produttiva.
Pensi che aumentare la tua produttività sia una priorità?
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