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Come posso sapere se sono produttivo sul lavoro?

Scritto da Prodability | 5-set-2022 11.06.10

 

I parametri della produttività

Considerato che ogni lavoro presuppone la creazione di risultati differenti, non esiste un unico metro di valutazione della produttività.

Qualunque sia la tua attività ci si aspetta che tu produca fatturato, ma non crederai davvero che il denaro sia l’unico valore da tenere in considerazione!

Cosa pensi allora del benessere psico-fisico, del tempo libero e delle relazioni che instauri con le persone più importanti della tua vita?

La vera produttività implica una sensazione di gioia e appagamento trasversale, non solo più denaro sul conto corrente.

Ecco perché, per rispondere alla domanda iniziale, dobbiamo partire dalla definizione di produttività che secondo noi la rappresenta al meglio.

L’etimologia della parola si riconduce al termine latino producĕre, che può essere associato a concetti come fecondità, fertilità, fruttuosità e felicità. 

Tutte parole che richiamano l’abbondanza ma non espressamente la ricchezza economica. Quella è sia un mezzo che una conseguenza.

Possiamo quindi dire che in generale essere produttivi significa essere realizzati, in grado di vivere nell’abbondanza, capaci di arricchire la propria vita e quella degli altri. Per quanto riguarda il lavoro non c’è differenza, se non che abbiamo creato un parametro di valutazione della capacità di produrre fatturato: il ROIT. Ne parleremo in uno dei prossimi articoli.

Per ora è importante capire che per essere efficace sul lavoro, devi avvicinarti al concetto di produttività con una profondità diversa rispetto a quanto hai fatto finora.

Se guadagnassi ogni mese un numero a cinque o sei cifre ti sentiresti una persona produttiva?

La risposta di molti è senz’altro “Sì”, ma quella più corretta dovrebbe essere “Dipende”.

Da cosa?

Da come va il resto della vita. Sei ricco, ma sei anche felice? Vivi con le persone che ami? Il tuo corpo è una risorsa da cui attingi gioia, energia e nuove idee, oppure ti trascini tra una riunione e l’altra pregando di poterti stendere da qualche parte per chiudere gli occhi due minuti? 

Esistono due tipi di produttività

Dopo una lunga serie di esperienze personali e professionali, Marco Belzani - ideatore del metodo di lavoro che utilizziamo in Prodability - è riuscito a rispondere a una domanda che lo assillava: come possiamo sapere quando siamo produttivi e quando no?

È stato allora che ha colto l’importanza di mettere un confine temporale. Ci riferiamo al momento presente o a un periodo di tempo che ha un inizio e una fine?

Due approcci differenti per due archi temporali differenti.

Nel primo valutiamo la capacità di essere presenti ed eseguire nel modo migliore l’azione che si è scelto di compiere, dopo aver deciso che era la più importante da fare in quel momento.

Nel secondo facciamo una valutazione di più ampio respiro, prendendo in considerazione il raggiungimento o meno degli obiettivi prefissati.

Volendo dare una definizione di produttività in base a questa specifica visione, ti proponiamo due opzioni.

Produttività di una persona nel presente: quando svolge l’attività più importante, nel modo migliore e nel contesto più idoneo.

Produttività di una persona in un particolare periodo: quando ottiene i risultati prefissati e raggiunge gli obiettivi prioritari.

Vuoi essere più produttivo sul lavoro?

Per passare dalla teoria alla pratica devi metterti in gioco, ma se fai parte della categoria degli imprenditori o dei liberi professionisti sai già che questo è l’unico modo per ottenere risultati.

Aumentare la produttività sul lavoro è un tema che interessa molti e i motivi principali sono tre. Associati ad altrettante categorie di persone.

  1. Chi si è accorto che corre tutto il giorno, lavora come un matto, ma non ottiene i risultati che vuole. Si tratta di professionisti stanchi, frustrati, insoddisfatti e un po’ disillusi. Dedicano anima e corpo alla loro attività e non capiscono come mai non riescano a realizzare i propri progetti. In genere arrivano a un punto in cui si trovano davanti a un bivio e devono scegliere se rassegnarsi o trovare un metodo di lavoro migliore. Sanno che l’evoluzione richiederà tempo ed energia ma sanno anche che se non lo faranno finiranno per buttare tutto all’aria, o peggio, si esauriranno fino ad ammalarsi.
  2. Chi è già produttivo e ha il tempo di dedicarsi al proprio miglioramento, ma ha capito che più affina questa abilità meno tempo dovrà lavorare per ottenere gli stessi risultati. La produttività è un concetto che fa parte del suo quotidiano ma è consapevole di poter salire di livello per fare un altro grande salto di qualità. Sa che riuscirà perché conosce la potenza di un metodo efficace e sarà ripagato in ogni ambito: economico, relazionale, fisico ed emotivo, oltre che professionale.
  3. Chi si muove in una via di mezzo e pur essendo soddisfatto dei propri risultati professionali non ha tempo di fare altro. Sono manager, imprenditori e liberi professionisti che tengono al proprio lavoro, si impegnano, ottengono buoni riscontri in termini economici e di soddisfazione, ma si rendono conto che per raggiungere tali obiettivi sacrificano il resto della propria vita. Non riescono a passare molto tempo con la famiglia, si concedono qualche rara uscita con gli amici e non hanno l’abitudine di prendersi cura di sé attraverso riposo, sport e alimentazione. Viaggiano su una linea sottile, un equilibrio precario che potrebbe rompersi da un momento all’altro; ne sono consapevoli e vogliono correre ai ripari prima che sia troppo tardi. Sarebbero felici di potersi dedicare anche alla vita privata.

Ora che abbiamo delineato tre tipologie di professionisti e di motivazioni per migliorare la produttività ti chiediamo: per prossimità, di quale categoria fai parte?

È un'informazione importante perché ti permette di capire qual è la prima mossa da fare per iniziare a incrementare la tua capacità produttiva.

  1. Se fai parte della categoria dei runner, ossia di quelli che corrono sempre senza stringere nulla, la prima cosa che devi fare è rallentare. Anzi, fermati, prendi fiato, cambia prospettiva e inizia a guardare l’organizzazione e la pianificazione come le ancore di salvezza che cercavi da tempo. Le hai trovate. Ma devi resistere a quel senso di urgenza interiore che ti spinge ad andare avanti a qualunque costo. Se hai dedicato tempo alla lettura di questo articolo è perché sai di averne bisogno.
  2. Probabilmente, se sei una persona produttiva, stai leggendo le nostre parole in un momento di pausa, di ricerca o di studio. Ti immaginiamo alla scrivania, o in salotto, con il computer (o il cellulare) da una parte e un caffè dall’altra. In relax. È così che bisognerebbe vivere, avendo il tempo di fare tutto, di farlo bene e di godere di ogni singolo istante. Sei già molto oltre la media ma ti trovi nel posto giusto per migliorare ancora un po’.
  3. Se vivi in un equilibrio precario che finora hai saputo gestire, il tuo primo passo è mentale: smetti di pensare che questo equilibrio durerà per sempre. Siamo persone ottimiste, ma sarebbe assurdo credere di poter vincere la lotteria tutti i giorni per il resto della vita. Basta un piccolo scossone per cadere, un'incertezza, un imprevisto, una necessità improvvisa o anche solo un po’ di stanchezza, che prima o poi arriverà se continui a tenere questi ritmi.

Pensi che aumentare la tua produttività sia una priorità?

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